L’ingegneria energetica definisce un pannello
fotovoltaico come un dispositivo optoelettronico, cioè un congegno in grado di connettere le
fonti
luminose naturali con le loro applicazioni. Il modulo fotovoltaico, a sua volta costituito
da
singole
celle, è in grado di convertire l'energia solare in energia elettrica continua, trasformata
in
energia
elettrica alternata da apposito dispositivo inverter. Il settore fotovoltaico ha origine in
epoca
recente, perché la diffusione commerciale dei primi pannelli fotovoltaici venne proposta al
mercato
dalla giapponese Sharp nel 1963. In soli sessant’anni la tecnologia ha fatto passi da
gigante sul
piano
dell’efficienza e della produttività, se si pensa che nel 2022 ricercatori dell'AMOLF, della
Surrey
University e dell'Imperial College hanno conseguito in laboratorio un'efficienza energetica
record
del
65% su pannelli al silicio 100 volte più sottili di un foglio di carta, generando 26.3mA/cm²
e
avvicinandosi al limite teorico del 70%.
Inverter
L’inverter fotovoltaico o solare è una componente fondamentale di un impianto
di
produzione
fotovoltaica, senza il quale non sarebbe possibile utilizzare l’energia elettrica continua
prodotta
dai pannelli, incompatibile con la rete elettrica per lo scambio sul posto ed i vari
apparecchi da
alimentare tramite l’autoconsumo. La sua funzione principale è proprio quella di trasformare
la
corrente continua in corrente alternata, affinché possa essere utilizzata dalle varie utenze
della
casa o essere immessa nella rete pubblica per cederla al gestore di zona. L’inverter
fotovoltaico
assicura anche che i pannelli funzionino sempre al massimo delle loro potenzialità,
ottimizzandone
il rendimento per una maggiore efficienza nella produzione di energia elettrica. Inoltre, la
sua
utilità è legata anche alla sicurezza dell’impianto ed al rispetto delle norme di legge,
alla
compatibilità di una serie di componenti come l’accumulo e al monitoraggio del funzionamento
e della
resa dell’impianto fotovoltaico.